La Bella Storia dietro al Logo dello Shrine Bowl

Il logo dello Shrine Bowl non è soltanto bello, ma ha dietro una storia che merita di essere raccontata.
Intanto spieghiamo prima cos’è lo Shrine Bowl. Nato nel lontano 1925 (quest’anno si festeggiano i 100 anni dal primo Bowl disputato) è una partita tra atleti del College Football e nel corso del tempo ha avuto più di un modo per selezionare i giocatori che, su invito, andavano a giocare il Bowl.
Attualmente vengono selezionati (invitati) i giocatori che andranno al Draft NFL, tra questi sia Junior che Senior. Nel corso degli anni allo Shrine Bowl hanno preso parte soprattutto prospetti da terzo giorno di Draft (4°,5°,6° e 7° giro) o undrafted. Ragazzi che comunque si sono distinti nei loro anni di College e gemme ancora semi nascoste.
Basti pensare che nel corso della sua storia vi hanno giocato ben 78 giocatori che poi sarebbero diventati Hall of Famer in NFL.
Nel passato più recente possiamo ricordare Brock Purdy nel 2022, Andrew Whitworth nel 2006, oppure gente come Brett Favre nel 1991, Pat Tillman nel 1998, fino al GOAT Tom Brady nel 2000.

Tornando al Logo dello Shrine Bowl va prima capito da dove deriva il nome Shrine. Ovvero dallo Shriners Hospitals for Children. Una serie di ospedali per bambini con sede centrale a Tampa in Florida, con più di 20 ospedali sparsi per gli Stati Uniti.
Nel 1974 lo Shrine Bowl si disputava allo Stanford Stadium in California e come da consuetudine i giocatori prima della partita andavano a trovare i piccoli pazienti della vicina struttura dello Shriners Children's Northern California vicino a Sacramento.

Il giocatore di Boston College Mike Esposito, mentre stava salutando i bambini, notò una piccola bambina di nome Nicole che sembrava spaventata e che stava piangendo. Al che Mike Esposito prese per mano la bambina e per tranquillizzarla percorsero il corridoio dell’ospedale. Il reporter locale, Ken Yimm del Peninsula Times-Tribune, notò la scena e riuscì a scattare una foto.
Nicole che aveva solo 2 anni soffriva della sindrome di Holt-Oram e si stava riprendendo dal suo primo intervento chirurgico.
Nicole oggi, a distanza di 50 anni, gode di buona salute e giovedì era allo stadio insieme al suo eroe di quel giorno, ovvero Mike Esposito.
Proprio da questa foto gli organizzatori dello Shrine Bowl decisero di usarla come logo del loro evento.
Un’immagine semplice ed allo stesso modo stupenda, che trasmette un senso di tenerezza in un gesto tanto genuino e spontaneo.

Parlando di quel giorno Nicole ha dichiarato:
“Lui è come il mio cavaliere in una splendente armatura. Io ero una bambina spaventata e lui stringendomi la mano e portandomi a camminare mi tolse la paura.”
Mentre Mike Esposito ricorda: “Vidi quella bambina che piangeva ed era spaventata, guardai mia moglie e le dissi vado da lei e le chiedo di fare due passi, magari si calma.”
”Quando la presi per mano sentii che si stava tranquillizzando e ci incamminammo nel corridoio. Io non sapevo che un reporter ci aveva visti e scattò delle foto.”

A mio parere è tra i Loghi più belli in assoluto che abbia mai visto e per questo ho voluto raccontarvi la sua storia.

Fabio “Bembo” Bertini - L’intercetto.it

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