Il Libro - Non ci sono montagne abbastanza alte: Intervista all'autore
Sono qui, con immenso piacere, a proporvi l'intervista a Fabio
Scarselletta. Autore del libro "Non ci sono montagne abbastanza alte".
Racconto intriso di football, che narra le
vicende di un ragazzo, Emanuele, che dalla periferia di Roma parte per
un'avvincente avventura seguendo il suo sogno di giocare nella NFL.
Un
libro coinvolgente, che consiglio a tutti gli appassionati di football e
non solo.
L'intervista non contiene spoiler sulla storia.
R: Più che passione per la musica è piacere nel creare emozioni. Quando vedi un film con una
bella colonna sonora le emozioni possono essere moltiplicate. Lo stesso può succedere
leggendo un libro. In molti lo hanno fatto e le emozioni sono state inevitabilmente maggiori.
D: Come è nata l'idea di creare un racconto che ruotasse attorno ad un
ragazzo che gioca a football americano? Non certo uno sport così
popolare qui in italia. In cui alcuni lettori, non appassionati di
questo sport, si potrebbero perdere gran parte delle scene di gioco e di
contorno proprio perché ignari di questo sport. Insomma una scelta
difficile.
R: Quando ho finito di scrivere il primo romanzo, ai giochi addio, ho sentito il bisogno di
continuare a raccontare la storia di questi 4 ragazzi di borgata e in particolar modo di
Emanuele, che possiamo dire sia il più sbruffone dei quattro e ho pensato subito che per il
suo carattere potevo far nascere intorno a lui una storia divertente e allo stesso momento
emozionante.
continuare a raccontare la storia di questi 4 ragazzi di borgata e in particolar modo di
Emanuele, che possiamo dire sia il più sbruffone dei quattro e ho pensato subito che per il
suo carattere potevo far nascere intorno a lui una storia divertente e allo stesso momento
emozionante.
Ho voluto inserire il football perché certo che come filo conduttore e
raccontato in un certo modo senza tecnicismi avrebbe funzionato. Infatti molti che prima
non conoscevano questo sport hanno cominciato ad appassionarsi.
raccontato in un certo modo senza tecnicismi avrebbe funzionato. Infatti molti che prima
non conoscevano questo sport hanno cominciato ad appassionarsi.
Anche perché le partite di football, se raccontate in un certo modo, sono dei film con delle sceneggiature imprevedibili.
Le scene che rimbalzano da Ponte di Nona a Roma agli stadi americani fanno notare due mondi diversi, ma allo stesso tempo collegati tra loro. Il contrasto tra la borgata di Roma e la magnificenza della NFL è la cosa che ho voluto mettere in risalto.
Le scene che rimbalzano da Ponte di Nona a Roma agli stadi americani fanno notare due mondi diversi, ma allo stesso tempo collegati tra loro. Il contrasto tra la borgata di Roma e la magnificenza della NFL è la cosa che ho voluto mettere in risalto.
D: Per la mole di informazioni e dettagli nel descrivere il mondo del
football, raccontato nel libro, c'è sicuramente un background, tuo, su
questo sport. Ci vuoi parlare di te e del tuo legame con il football
americano?
R: Per le informazioni e i dettagli devo ringraziare Enzo Marrocchino, Faithful 49ers, che mi
ha aiutato grazie alla sua esperienza e alla sua passione. Ho cominciato a seguire il football dal periodo di Montana e i 49ers, che sono la squadra per cui tifo, anche se ho avuto da sempre simpatia per i Cardinals da quando giocavano ancora a S.Louis con Neil Lomax
come QB.
ha aiutato grazie alla sua esperienza e alla sua passione. Ho cominciato a seguire il football dal periodo di Montana e i 49ers, che sono la squadra per cui tifo, anche se ho avuto da sempre simpatia per i Cardinals da quando giocavano ancora a S.Louis con Neil Lomax
come QB.
D: Le varie vicissitudini del protagonista lo portano in vari luoghi, tra
USA e Messico. Ne traspare, nel tuo racconto, una certa conoscenza di
questi posti. Questa da dove deriva?
R: Mi sono documentato molto grazie al web e inoltre ho allacciato contatti con gente di quei
posti su fb e mi hanno aiutato tanto. Soprattutto negli usi e costumi e le musiche del posto.
Come la musica del nord con la banda MS, Ariel Camacho e Horacio Palencia.
Mi sono talmente addentrato nella ricerca e nel romanzo che sento come se in quei posti ci
fossi stato davvero.
posti su fb e mi hanno aiutato tanto. Soprattutto negli usi e costumi e le musiche del posto.
Come la musica del nord con la banda MS, Ariel Camacho e Horacio Palencia.
Mi sono talmente addentrato nella ricerca e nel romanzo che sento come se in quei posti ci
fossi stato davvero.
D: La scelta di inserire così tante canzoni, che tu stesso, nella
premessa, consigli di ascoltare durante la lettura deriva da una tua
passione per la musica?
R: Più che passione per la musica è piacere nel creare emozioni. Quando vedi un film con una
bella colonna sonora le emozioni possono essere moltiplicate. Lo stesso può succedere
leggendo un libro. In molti lo hanno fatto e le emozioni sono state inevitabilmente maggiori.
Non a caso uno dei miei registi preferiti è Quentin Tarantino che di musiche
scelte per le colonne sonore è unico nel suo genere.
scelte per le colonne sonore è unico nel suo genere.
D: Il protagonista è un operaio, per la precisione un "Pontarolo":
da cosa
nasce e perché proprio la scelta di ragazzi di borgata ai margini di una
grande città come Roma? C'è dell'autobiografico o comunque persone
vicino a te, dalle quali hai preso spunti nella stesura della storia?
R: Si, c’è dell’autobiografico. Ma questo perché ho voluto raccontare quello che mai viene
raccontato, e cioè la vita comune di tutti noi, che è emozionante al pari di quelle estreme
come quando si raccontano storie come nei film Gomorra e Suburra.
Molti momenti soprattutto quelli divertenti sono stati presi da fatti realmente accaduti a me
e ai miei figli. Ad esempio quando Emanuele è all’ asilo nella recita di Natale e si mette
vicino a Barbara indicandola con gli occhi al papà per fargli capire: “È lei la ragazzina che
ti dicevo pà!” Tutto questo mentre io riprendevo con la telecamera e quindi documentato.
(il problema sarà ritrovare la videocassetta...)
raccontato, e cioè la vita comune di tutti noi, che è emozionante al pari di quelle estreme
come quando si raccontano storie come nei film Gomorra e Suburra.
Molti momenti soprattutto quelli divertenti sono stati presi da fatti realmente accaduti a me
e ai miei figli. Ad esempio quando Emanuele è all’ asilo nella recita di Natale e si mette
vicino a Barbara indicandola con gli occhi al papà per fargli capire: “È lei la ragazzina che
ti dicevo pà!” Tutto questo mentre io riprendevo con la telecamera e quindi documentato.
(il problema sarà ritrovare la videocassetta...)
D: Il libro fa parte di una tetralogia, di cui
questo è il tuo secondo lavoro. Una volta terminata, e chiusa così la
serie, ci potrebbero essere spazio e spunti per un seguito?
R: Finita la serie credo che prenderò spunto da personaggi che ora sono ai margini ma non per
questo meno vivi e intriganti da raccontare. Di chi ha letto molti si sono appassionati a
personaggi come Donna, Fabrizio ma anche Dolores la moglie del presidente dei
Predators. E anche all’ allenatore dei WR Eddy Allen. In ultimo Aleandro che se lo nomini,
a Emanuele gli vengono i capelli dritti!
questo meno vivi e intriganti da raccontare. Di chi ha letto molti si sono appassionati a
personaggi come Donna, Fabrizio ma anche Dolores la moglie del presidente dei
Predators. E anche all’ allenatore dei WR Eddy Allen. In ultimo Aleandro che se lo nomini,
a Emanuele gli vengono i capelli dritti!
D: Uno o più motivi per cui i lettori di questo blog, quindi appassionati di football, consiglieresti questa lettura?
R: Qui vorrei rispondere di leggere le varie recensioni che ci sono nel web. Di certo chi lo
leggerà dimenticherà per un po' i problemi di oggigiorno viaggiando in luoghi lontani e
conoscendo personaggi veri come quelli che incontri tutti i giorni.
leggerà dimenticherà per un po' i problemi di oggigiorno viaggiando in luoghi lontani e
conoscendo personaggi veri come quelli che incontri tutti i giorni.
Questa intervista, ci tengo a precisare, non è una sorta di pubblicità preconfezionata al libro di Fabio Scarselletta.
Nasce dal mio desiderio di mettere in risalto, intervistando l'autore, questo racconto di football al quale mi sono appassionato.
Nasce dal mio desiderio di mettere in risalto, intervistando l'autore, questo racconto di football al quale mi sono appassionato.
Ho voluto
scrivere a Fabio Scarselletta per fargli i complimenti e poi, visto che gestisco un
blog, ho avuto l'idea di fargli un'intervista, se avesse avuto il piacere
di concederla.
Per questo ringrazio pubblicamente Fabio Scarselletta per la disponibilità e per avermi immerso in una storia appassionante di football, lunga circa 400 pagine, che ho letto con grande enfasi ed entusiasmo.
Spero di aver suscitato in voi l'interesse per questo libro, che vale la pena di essere comprato e che se appassionati di football, ma non solo, vi terrà incollati alla lettura. Arrivando a vivere gli stati d'animo dei protagonisti, come se fosse la vostra storia.
Per questo ringrazio pubblicamente Fabio Scarselletta per la disponibilità e per avermi immerso in una storia appassionante di football, lunga circa 400 pagine, che ho letto con grande enfasi ed entusiasmo.
Spero di aver suscitato in voi l'interesse per questo libro, che vale la pena di essere comprato e che se appassionati di football, ma non solo, vi terrà incollati alla lettura. Arrivando a vivere gli stati d'animo dei protagonisti, come se fosse la vostra storia.
Il libro è acquistabile a questo link: Non ci sono montagne abbastanza alte
In tutti i Bookstore e ordinabile nelle librerie.