Intervista al Tifoso: Kansas City Chiefs
Vi propongo l’intervista, al tifosissimo di Kansas City, Filippo Manzoni, che ci parlerà di questi Chiefs e del loro sesto AFC Championship.
D - Partiamo subito con una domanda secca: a dicembre ti saresti aspettato i Chiefs nuovamente al Championship della AFC?
R - No, a dicembre proprio no. La squadra ha dimostrato nel corso della stagione di avere problemi evidenti nella gestione del playbook offensivo, nella resa dei propri giocatori (WR su tutti ma non solo loro), nella cura dei dettagli (uscita dall'huddle molto tardiva, costanti correzioni pre snap causa posizionamenti errati,...) e nella designazione dei compiti. Se la difesa ha mantenuto per tutta la stagione una solidità incredibile, la migliore degli ultimi 25 anni se non di più, l'attacco è stato costantemente deficitario e pigro, soprattutto in redzone (siamo al 19° posto per redzone scoring percentage (soli TD) con 52.24%, un risultato aberrante se si pensa alla stagione passata (secondi con 71.08%), a chi sia il QB e chi sia l'HC...). A destare forte preoccupazione è stata soprattutto la mancata reazione di certi giocatori e il mancato miglioramento generale. Dopo week 1 tutti parlavamo di una prestazione estremamente negativa del reparto WR ma, allo stesso tempo, davamo per scontato che tutti quei drop e tutte quelle evidenti incomprensioni/malfunzionamenti non potessero essere una costante - era troppo brutto per essere vero. Invece con il passare della stagione certe prestazioni sono diventate normali e prevedibili. Con tali difficoltà è difficile raggiungere certi traguardi anche se Reid si tiene sempre diversi schemi per la post season e Mahomes cambia faccia.
D - La stagione di Mahomes è sicuramente stata al di sotto delle aspettative, se si guarda alle crude statistiche. Da cosa pensi dipenda questo, solo ad un reparto ricevitori non eccezionale o c'è dell'altro?
R - Parto da una considerazione molto generale: le statistiche offrono una visione interessante dello sport ma raggiungono un obiettivo più vasto e autorevole se connesse tra loro. Le stats di Mahomes sono ricche di "career low" e, se legate al contesto - dunque anche alle stats relative alle prestazioni dei propri compagni di squadra ma non solo -, non posso dire che siano state una sorpresa. Come dicevo poco fa il reparto offensivo ha mostrato evidenti carenze: dai WR - drop, cura dei dettagli, poca voglia in certi giocatori e altro - alla linea offensiva con le sue penalità. C'è anche una discussione da fare sulla gestione del playbook, troppo spesso pigro e prevedibile. Bieniemy era un maniaco del dettaglio, Nagy evidentemente ha mostrato maggiori difficoltà non solo in questo (mi piacerebbe vedere una ventata d'aria fresca, che trovo faccia bene a tutti - Andy Reid compreso; magari un promettente coach dal college da mettere nello staff, così che possa aiutare Reid con nuove idee). Il tutto va visto nell'insieme, nel sistema che li lega e qua riscontriamo un ulteriore tema: la fiducia. Quanto si fida Mahomes dei propri WR? Conseguentemente quanto si fidano il coaching staff e il playcaller dei ragazzi a disposizione? Questi sono tutti elementi che incidono sulle prestazioni di tutti, Mahomes in primis.
D - Patrick Mahomes per la sua folgorante carriera è senza dubbio l'immagine di Kansas City, ma quest'anno la difesa ha fatto vincere molte partite e lo stesso si può dire per Pacheco che in più di un'occasione ha fatto vedere di essere un signor RB. Vuoi spendere due parole per parlarci di qualche elemento che seppur meno appariscente è fondamentale per le vittorie dei Chiefs?
R - Ce ne sono e penso di non avere tempo a sufficienza per citarli tutti, per questo ne scelgo 3/4 di coloro che magari possono sfuggire ai più. Per l'offense il nome è Creed Humphrey, il nostro centro titolare. Nel suo ruolo è uno dei migliori e ogni volta dimostra il perché: è estremamente intelligente e attento nel comprendere cosa farà la difesa avversaria, comunicando con Mahomes per decidere come adattarsi; è un pass protector eccellente, ha la forza e la mobilità giusta per portare blocchi per le corse e rende ancora più forte il cuore della OL, che già vanta due signore guardie come Joe Thuney e Trey Smith.
Per lo special team non posso non citare Butker, che troppo spesso viene dimenticato anche oltre oceano come capitato quest'anno. Ha sbagliato 2 soli FG su 35 nel corso della regular season, per ora è a 6 su 6 nelle due gare di playoff. Contando anche i punti addizionali - siamo a 38 su 38 in stagione regolare e 5 su 5 tra wild card e divisional round - il totale (per ora) è: 77 calci hanno centrato i pali su 79. Se poi pensiamo a quanto l'attacco abbia avuto difficoltà, un kicker così affidabile diventa fondamentale per portare a casa le vittorie.
Per la difesa è dura darti uno o due soli nomi e per questo voglio evitare chi è già stato protagonista di lodi come Sneed (non ho idea di come abbia fatto a non ricevere premi dopo la stagione clamorosa che sta disputando), McDuffie, Chris Jones, George Karlaftis e via dicendo. il primo nome è Mike Danna perché nessuno avrebbe mai detto che avrebbe mostrato questa costanza in pass rush. Per quanto Jones e Karlaftis siano i due leader di questo reparto, Danna e Omenihu lo completano in modo così buono da rendere la DL di KC una delle migliori insieme a Baltimore per esempio. Il secondo nome è Chamarri Conner, il rookie numero 27 che ha sostituito Edwards nel divisional. Oltre alla prestazione eccellente contro Buffalo, nonostante non sia stato usato solo come nickel, ha mostrato una crescita fondamentale per dare a Spagnuolo l'alternativa solida e dinamica che talvolta può servire perché lo starter si fa male o perché semplicemente ha bisogno di riposare. Avere Justin Reid, Mike Edwards, Bryan Cook e Chamarri Conner è un lusso, pensando anche al futuro. Ultimo nome da menzionare è Steve Spagnuolo, futuro HoF come defensive coordinator. Ha ricostruito un reparto in due anni, andando a prendere giocatori estremamente atletici e cogliendo gemme anche nel terzo giorno di draft assieme al GM Brett Veach. Nomi come Conner, Jaylen Watson, Joshua Williams, McDuffie, Karlaftis, Chenal e Cook sono tutti stati draftati negli ultimi due draft e hanno un ruolo importantissimo in questo roster.
D - I Baltimore Ravens che affronterete nella finale della AFC, sono senza dubbio la squadra che più di ogni altra ha impressionato in questa stagione. Quali sono le armi dei Ravens che ti fanno maggiormente paura? In cosa invece credi che i Chiefs siano superiori?
R - I Ravens meritano un applauso gigantesco per aver disputato una stagione eccezionale. Sono estremamente solidi in tutto, dalla difesa all'attacco passando per il coaching staff e lo special team. Lamar è al top e ha migliorato sensibilmente i difetti che vedevamo in lui fino a poco tempo fa. Come per Lamar, la squadra ha lavorato tantissimo e ha migliorato brillantemente il reparto ricevitori: impazzisco quando vedo giocare Zay Flowers, che ha una rapidità ed un'agilità con pochi eguali. Nel momento più importante è esploso Isaiah Likely, che ha degnamente sostituito un TE fenomenale come Mark Andrews. Per quanto colmi di infortuni tra i RB, il running game è solido e rappresenta lo scheletro del loro attacco assieme ad una OL perfetta. La chiave sarà entrare nella testa di Lamar: non hanno solo le corse ma anche i ricevitori che sono parecchio affilati, per cui anticipare le mosse di Lamar, conoscendo i suoi punti deboli, sarà cruciale. Se ciò non dovesse accadere Baltimore andrà al Super Bowl a Las Vegas. KC è superiore in quattro uomini: Patrick Mahomes, Travis Kelce, Chris Jones e Andy Reid. Mai dar loro per morti prima della partita, anche se sulla carta non sono affatto i favoriti. Questa volta però, contro una squadra così solida - fisicamente e mentalmente - e finalmente consapevole delle proprie forze, serve un vero e proprio capolavoro, non so se da libri di storia ma ci siamo capiti. Non solo per la forza di Baltimore ma anche perché il punto debole della difesa di KC, che è il miglior reparto quest'anno, sono proprio le corse e in quelle i Ravens sono professori indiscussi.
D - Sesta finale di conference consecutiva. Dopo la dinastia dei Patriots con Tom Brady e Bill Belichick che ha dominato per quasi 20 stagioni la NFL, pensi che a Kansas City si possa ripetere con Patrick Mahomes e Andy Reid un ciclo di quel tipo, soprattutto in termini di lunghezza e vittorie?
R - Brady e Belichick sono e saranno sempre Brady e Belichick nello stesso modo in cui Mahomes e Reid sono e saranno sempre Mahomes e Reid. Dico questo perché troppi parlano di questi fenomeni cercando di paragonarli e classificarli, volendo a tutti costi decidere chi sia superiore in questo o in quello. In primis godiamoceli adesso in live perché rivedersi le loro imprese e vittorie nei documentari non è la stessa cosa; in secondo luogo, quello che hanno fatto i Patriots è talmente straordinario che le regole stesse che gestiscono i calendari, i salary cap e compagnia bella sono scritte apposta per evitare quel tipo di dinastia. Trovo impensabile che KC possa fare qualcosa di paragonabile, nonostante queste prime 6 stagioni possano far pensare il contrario. Esiste un elemento - oltre alla fortuna che, soprattutto nel football americano, ha un ruolo decisivo in certe situazioni - che condizionerà il futuro dei Kansas City Chiefs di Mahomes e Reid: la loro longevità. Brady ha giocato a livelli straordinari dal 2001 al 2022, 22 stagioni da starter in cui ha mostrato e mantenuto standard allucinanti. Anche nella sua ultima stagione Brady aveva caratteristiche non seconde a nessuno, come la rapidità nel liberarsi della palla ed evitare sack ma non solo questa. Il tutto quasi senza subire infortuni pesanti, tali da ridurre la carriera. Brady e Belichick sono unici e non possiamo citarli sempre quando elogiamo due fenomeni come Mahomes e Reid perché ci perderemmo quanto di buono stanno facendo in Missouri e quanto di buono è stato fatto nel New England. Mi permetto di anticipare qualcuno con una considerazione non proprio attinente ma si lega bene alla questione. Come altra gente, io penso e sono convinto che il GOAT - inteso come Greatest Of All Time - non esista: ci sono troppi elementi da tenere in considerazione se si vuole davvero fare un ragionamento rispettoso di certi campioni. C'è il contesto in cui uno gioca, dai compagni di squadra agli avversari, dai luoghi/strumenti di allenamento alle persone - dentro e fuori dal contesto prettamente sportivo - con cui si ha a che fare, tutti i dettagli e le figure che per noi oggi sono basilari come banalmente il nutrizionista, che magari 40 anni fa non aveva una così fondamentale importanza, e chi più ne ha più ne metta. Possiamo eventualmente discutere su chi sia il Greatest Of This (or That) Time, limitando dunque quel gigantesco e infinito quantitativo di variabili impazzite che ostacolano la definizione di GOAT ad un periodo di tempo più piccolo, in cui certi elementi risultano essere tra loro più simili e vicini.
D - In un ipotetico Super Bowl preferiresti affrontare i 49ers o i Lions? E perché?
R - Detroit trovo sia molto più abbordabile tecnicamente rispetto a San Francisco e ci darebbe la chance di riaprire il contenzioso di week 1. Attenzione però al fatto che il Super Bowl è una gara unica, che talvolta non segue le dinamiche che ci si aspettano come naturale conseguenza della regular season. Per questo motivo non cambia molto chi sarà l'avversario. Se poi consideriamo che tra Chiefs e Ravens sinceramente dubito molto che saranno i primi a viaggiare a Las Vegas, un bel rematch del Super Bowl XLVII tra Niners e Ravens non mi dispiacerebbe affatto, sperando non ci siano blackout nello stadio - anche se lo script sarebbe da Oscar ahahahah.
D - Domanda un po' da gossip. Pensi che il contorno glamour fatto da Taylor Swift e Brittany Matthews, le molte pubblicità di Kelce e Mahomes siano distrazioni che possono aver disturbato l'ambiente durante la stagione?
R - No. Sono professionisti di altissimo livello e certe cose non ti dovrebbero ostacolare. L'unica eccezione la posso fare per Kelce perché effettivamente adesso è entrato nel mondo di Taylor Swift, non proprio qualcosa di molto leggero e comune. Vorrei però a malincuore ricordare a tutti che nel 2016 Travis è stato il protagonista di "Catching Kelce", una trashata clamorosa di cui evito commenti (se avete davvero interesse andatevela a cercare e tenetevelo per voi): se è sopravvissuto a quella, nulla può davvero fermarlo.
By the way, risposta non richiesta: credo che siamo di fronte alle ultime partite di Travis Kelce in NFL. Il calo si è visto, non ha più la sua straordinaria solita costanza, probabilmente farà ancora una o due stagioni. Dubito ne giocherà di più.
D - Per concludere una domanda quasi scontata da fare a qualsiasi appassionato di Football. Come ti sei avvicinato a questo sport e perché hai iniziato a tifare proprio i Chiefs?
R - Al football mi sono avvicinato la prima volta quando frequentavo le scuole medie e un mio amico si era messo a giocare nelle giovanili della squadra della mia città. Dopo poco hanno cominciato a far vedere una partita di NFL in chiaro e mi guardavo chi capitava perchè mi piaceva tantissimo. A seguirlo però in maniera maniacale, sviluppando una dipendenza ossessivo compulsiva che mi impone di rivedermi partite giocate quando ancora non ero su questo pianeta, da una manciata d'anni. L'ho usato come antidoto alla totale mancanza di educazione sportiva che vedevo nei campi di calcio quando la domenica mattina e il sabato pomeriggio arbitravo partite provinciali. Sui Chiefs invece è stato un mix di cose. Banalmente il rosso è il mio colore preferito e mi ricordava la Ferrari, la Rossa di Maranello, che per me è come un culto o una religione. Poi c'è Andy Reid, un uomo molto particolare che ha passato davvero l'inferno nella sua vita. La sua storia mi mette i brividi, quella targhetta nel suo ufficio con scritto "Don't Judge" vale più di mille parole e pensieri. Il fatto che dopo tutto il destino gli abbia portato Patrick Mahomes, un giocatore fonte di emozioni ogni qualvolta chiama lo snap e si trasforma in Houdini o Merlino... mi mette uno strano e malinconico sorriso solo a pensarci.
Sintesi: rosso, Andy Reid e Patrick Mahomes 😅
Ringrazio di cuore Filippo Manzoni per la disponibilità e per averci raccontato di lui e dei suoi amati Chiefs.
Se volete seguirlo vi lascio il suo contatto su X (Twitter) @FilippoMan16
Intervista di Fabio “Bembo” Bertini - L’intercetto.it