Fidanzatine d'America

Per chi aspetta con impazienza l’inizio della nuova stagione di gioco “un po’ di Football è meglio di niente”. In quest’ottica Netflix, da un po’ di tempo, ci sta venendo incontro proponendo vari documentari, e qualche film, a tema Football. In particolare oggi vorrei soffermarmi sul documentario uscito da poco “America's Sweethearts – Le Cheerleaders dei Dallas Cowboys”. Tutti conoscono le Cheerleaders perché le vediamo da sempre nei film americani, per questo guardando il Football in TV mi aspettavo di vederle molto di più, cosa che invece non accade.
Quest’anno grazie al documentario di Netflix ho potuto saperne qualcosa di più. Mi aspettavo un programma più frivolo, invece mi sono trovata davanti la versione “Cheerleaders” di quello che immagino essere il duro allenamento delle/dei ballerine/i classiche/i professioniste/i: competizione agguerrita, durissimo allenamento fisico, ricerca ossessiva per la perfezione fin nei minimi dettagli, e selezione spietata.

Ovviamente, in pieno stile documentario americano, il tutto è infarcito di grandi dichiarazioni di sorellanza, amicizia eterna, Fede ostentata e grandi lacrime in presa diretta. Uno strano mix di disciplina quasi militare (con una competenza nella danza e una resistenza fisica che non hanno niente da invidiare agli stessi giocatori di Football) e di bellezza abbagliante che non deve mai MAI mostrare la fatica che sta facendo (cosa non richiesta minimamente agli strapagati giocatori di Football), proprio come nel balletto classico.

Uno dei miei aneddoti preferiti legati al Football: è il 2015 e con Fabio siamo a Londra allo Stadio di Wembley a vedere una delle partite di NFL che ogni anno viene disputata in Europa. A giocare sono i Detroit Lions contro i Kansas City Chiefs, ma come sempre in queste occasioni la giornata non è occupata solo dalla partita. La NFL ha organizzato una perfetta giornata d’intrattenimento adatta a tutte le età, con giochi, “prove” in stile Combine, cibo, merchandising, e foto di rito con il Lombardi Trophy. Mentre siamo in attesa del nostro turno per fare la foto con il sacro trofeo vediamo passare un gruppo di Cheerleaders (non ricordo di quale delle due Squadre) che ballano, saltano, corrono e sorridono a 36 denti. Attirano gli sguardi di tutti, com’è normale che sia, ma la parte migliore è mio marito (al tempo fidanzato) che nel candore più totale mi dà una gomitata sul fianco ed esclama:

“Bada culi!”

Aveva innegabilmente ragione, quelle donne hanno dei corpi pazzeschi, sembrano scolpiti nella roccia. Inoltre in lui non sembrava esserci davvero nessuna malizia, era sinceramente colpito da cotanta abbondanza quindi mi sono fatta una risata e gli ho fatto giusto notare che era con me e non con un suo amico…

Per il resto della partita le abbiamo viste poco e male, e non perché fossimo chissà quanto lontani dal campo ma perché effettivamente in uno Stadio è difficile vedere bene i dettagli di qualcuno che balla a ritmo serrato a bordo campo, sommerso tra i vari membri dello Staff della Squadra che si muove da quel lato del campo, dai vari giocatori che si alternano fuori e dentro il campo, dai cameraman, e chi più ne ha più ne metta! Uno potrebbe pensare che quando guarda la partita in TV si vedano meglio, invece forse si vedono ancora meno. Le inquadrano pochissimo, a volte sembra addirittura che le inquadrino per sbaglio solo perché finiscono nell’inquadratura di un’azione. Per questi motivi di solito durante la nostra visione delle partite non pensiamo molto a loro, alla fatica che fanno, alla preparazione che c’è dietro. Qualche volta mi sono domandata quanto guadagnino, soprattutto quando sento le cifre da capogiro che guadagnano giocatori e membri dello Staff, ma non sono dati che vengono resi ufficiali quindi non mi sono potuta togliere la curiosità.

Sono rimasta scioccata nel sentire la quantità di infortuni, spesso molto gravi e addirittura invalidanti, a cui son soggette queste donne perché davvero le si vede così poco in tv che credevo si limitassero ai pochi balletti che si intravedono (o che più facilmente capita di vedere nei film). A detta loro sono sottopagate, ma non fornendo alcuna cifra di riferimento è impossibile fare un confronto con altre professioni legate al Football Americano. La cosa certa è che molte hanno un altro lavoro, e se non ce l’hanno quando finiscono la loro carriera come Cheerleaders sembra che debbano trovarlo alla svelta quindi è evidente che non guadagnano abbastanza da poterne vivere o per vivere di rendita. Premetto che trovo i compensi dei giocatori e dei membri degli Staff esagerati, roba che ci potrebbero vivere famiglie intere, ma se nell’ambiente i compensi sono quelli allora credo che sarebbe giusto che anche le Cheerleaders guadagnassero di conseguenza visto che sembrano non risparmiarsi nel loro lavoro. Il programma di Netflix è incentrato solo su quelle dei Dallas Cowboys, che sono particolarmente note e riconoscibili con quell’iconico completino bianco e azzurro in stile appunto Cowboy, quindi non so se anche per le altre Squadre di Cheerleaders la trafila per riuscire ad entrare è così dura, ma se è così hanno tutte la mia ammirazione! Soprattutto se il compenso è davvero così basso, e a maggior ragione visto che ogni anno devono rifare l’intera trafila della selezione a partire dal video in cui si presentano e ballano, all’assolo di ballo e poi al Training Camp (proprio come la Squadra di Football). Ogni anno, fino alla fine delle selezioni, non sanno se saranno prese in Squadra e, benché più raro rispetto alle Rookie, capita che anche una Veterana (così vengono chiamate le Cheerleader che hanno già alle spalle 1 o più anni in Squadra) venga esclusa. Per questi motivi ho trovato finte come i soldi del Monopoli tutte quelle dimostrazioni di affetto tra le ragazze, che vengono necessariamente spinte alla competizione tra di loro. E non ci sarebbe niente di male secondo me, è un posto a quanto pare molto ambito (è considerato addirittura un onore entrare a farne parte, cosa che francamente non capisco) quindi mostrare la competizione sarebbe più realistico…ma probabilmente scatenerebbe troppe polemiche ed è più facile dare l’impressione della grande famiglia felice. Il politically correct a tutti i costi…e vabbè…

In tutto questo qualcuno dovrebbe avvisare chi gestisce le Squadre delle Cheerleaders che durante le partite (per lo meno nella versione proposta a chi le guarda con il Game Pass) le si vede poco e niente, e che si fanno quei “bada culi” per niente! Nei momenti morti di una partita, che sono parecchi, loro danno spettacolo mentre noi vediamo ore di pubblicità americane, che saranno sicuramente divertenti, ma se non sai l’inglese molto bene ci capisci il giusto e l’onesto…francamente preferirei vedere le Cheerleaders che ballano perché sono davvero uno spettacolo!

Ultime due annotazioni a margine, che ora che ci penso possono essere collegate.

Uno: per contratto le Cheerleaders dei Dallas Cowboys non possono avere relazioni di alcun tipo con i giocatori della Squadra di Football, pena l’espulsione immediata. Mi domando se anche i giocatori di Football della Squadra hanno questa clausola nel contratto…

Due: a quanto pare le Cheerleaders, durante le esibizioni e le uscite pubbliche, sono tenute sotto stretta sorveglianza dalla Sicurezza della Squadra per evitare che vengano molestate in qualunque modo. Mi sembra giusto, sono esageratamente belle e quasi sempre in abiti molto succinti quindi è giusto che vengano protette. Ad esempio quando fanno le foto con i fans lo Staff della Squadra porta dei palloni da Football da mettere in mano agli uomini che chiedono di farsi una foto con le ragazze. E dico “agli uomini” perché nel documentario il pallone viene piazzato in mano solo a loro, e se si allargano anche di poco gli viene espressamente richiesto di tenere le mani sull’ovale. Ma in queste occasioni di incontro con i fans ci sono tanti uomini quante donne, che sembrano altrettanto entusiaste di conoscere le Cheerleaders, con la differenza che a loro non viene dato nessun pallone e sono libere di abbracciare e toccare le ragazze in pace. Come se una donna non potesse allungare impropriamente le mani e/o diventare “molesta”.
Insomma, alla faccia della parità dei sessi!

Comunque se vi piace il Football e siete in “leggera astinenza” il documentario è interessante e ve lo consiglio.

Caterina Milazzo - L’intercetto.it

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