Super Bowl 50

Carolina Panters 10 Vs Denver Broncos 24

In un Super Bowl poco avvincente e dal copione immutato, escono vincitori i difensori di Denver e il loro defensive coordinator Wade Phillips. La difesa Broncos ha letteralmente giocato da sola, e da sola ha vinto il match del Super Bowl 50. Stesse prestazioni mediocri, ma opposti stati d'animo e valutazioni, per i due QB. Come prevedibile su Cam Newton si abbattono tutte le critiche dei suoi detrattori, rimasti senza argomenti durante la stagione regolare. 
Per Peyton, invece, si chiude una straordinaria carriera con la peggior stagione personale di sempre, ma il finale Hollywoodiano è già pronto. Il QB recordman che vince il suo secondo Super Bowl e si ritira nella stessa serata è quanto di più amano gli americani.
Adesso ripercorriamo i 60 minuti del Super Bowl 50, per poi analizzare più nel dettaglio la sfida vinta da Denver.
 
Il racconto:
Il coin toss vede vincere Carolina, che decide di tenersi il possesso per il secondo tempo, calciando così il kickoff del Super Bowl 50.
Nel primo attacco dei Broncos, un preciso Manning approfitta subito di una difesa Panthers un po' bloccata per portarsi nella red zone. Carolina sembra svegliarsi e ferma l'avanzata dei Broncos, costringendoli al field goal, che comunque regala i primi 3 punti e il vantaggio a Denver.
Il primo possesso di Carolina è subito fermato dalla difesa avversaria, senza nemmeno un primo down conquistato.
Dopo un three and out per i Broncos, succede l'incredibile. Newton al 3°down, mentre sta per subire un sack da parte di Von Miller, finisce per perdere palla a poche yard dalla propria endzone e, rapidissimi, i difensori di Denver si catapultano a ricoprire l'ovale che termina la sua corsa nell'endzone. La palla è ricoperta dal DE Malik Jackson, per il touchdown del 0-10. Risultato incredibile viste le premesse della vigilia.
La pressione della pass rush di Denver è incredibile e l'attacco di Carolina sembra in balia e senza idee.
Ad inizio secondo quarto, finalmente, sembra uscire dal tunnel l'attacco dei Panthers, grazie soprattutto ad un paio di corse personali di Cam Newton e alle penalità di Talib. Giunti ad una yard, è la corsa con salto del RB Stewart a regalare il primo TD a Carolina per il 7-10.
La difesa di Carolina, dopo un avvio lento, torna ai suoi livelli e costringe al 3° three and out di fila l'attacco guidato da Manning.
Un grande ritorno di punt di Norwood, regala un'ottima posizione di partenza dentro la redzone all'attacco di Denver. La squadra del Colorado però non sfrutta a dovere e si deve accontentare di altri 3 punti. L'occasione di segnare un TD era molto ghiotta, tant'è che avevano provato a giocarsi un 4° down vanificato da una penalità. 7-13 DEN
Il FB Tolbert, provando a conquistare un primo down in sfondamento, finisce per perdere palla e regalare un altro possesso ai Broncos.
Il RB Anderson, per la prima volta nella partita, trova una corsa importante portando sulle 25 la propria squadra. In una partita piena di errori è la volta di Peyton, che lancia un passaggio sbagliato intercettato dal DE Ealy.
Il secondo quarto si chiude con l'ennesimo sack della difesa Broncos, da parte di Ware. Punteggio ancora inchiodato sul 7-13 DEN.
Il secondo tempo si apre con il primo big play offensivo del match, con una grande ricezione di Ted Ginn, che porta Carolina nella metà offensiva del campo. Ancora sull'asse Newton-Ginn sembra ritrovarsi l'attacco dei Panthers. Incredibilmente il field goal, dalle 44 yard, di Carolina si infrange in pieno sul palo. Ancora 6 quindi i punti di scarto tra le due franchigie.
Manning trova in Sanders il suo ricevitore migliore e con due passaggi si portano a ridosso della endzone. La difesa di Carolina però tiene e i Broncos si devono accontentare di altri 3 punti, che comunque aumentano il divario a 9. 7-16 DEN
Continua ad andare tutto storto per l'attacco dei Panthers e, dopo una buona serie di play, ecco che arriva l'intercetto sul pass di Newton.
Anche il terzo quarto si chiude con Cam Newton in balia della pressione della difesa dei Broncos, che gli impedisce di sviluppare qualsiasi azione.
Per la prima volta la partita sembra sorridere a Carolina, quando sul fumble di Manning l'ovale viene ricoperto dai giocatori dei Panthers.
Nonostante l'ottima posizione di partenza, Carolina si deve accontentare del Field Goal che riporta a meno di una segnatura il divario tra le due squadre.
A 5:00 dal termine, anche il quarto quarto continua in una serie di punt e three and out.
La parola fine sul Super Bowl arriva a 4 minuti dalla fine quando un fumble di Newton viene raccolto dalla difesa dei Broncos e riportato fin sulle 4 yard.
La definitiva conferma arriva dal TD del RB Anderson, che porta il risultato sul 10-24 grazie anche alla trasformazione da 2. Per Denver si profila la terza vittoria al Super Bowl della loro storia.
Con 3 minuti e 8 secondi i Panthers provano l'impossibile, ma ancora una volta si scontrano contro la spettacolare difesa Broncos. E così Denver chiude la partita che ha saputo dominare fin dall'inizio, con una aggressività pazzesca, mascherando tutte le lacune del loro attacco.

L'analisi:
Premetto che le partite dominate dalle difese, molto spesso, sono anche avvincenti, quello che è mancato al Super Bowl 50, per risultare interessante e avvincente, è stata la sensazione di imprevedibilità, della possibile svolta. Ovvero la difesa Broncos è stata così superiore, soprattutto, alla linea offensiva di Carolina, che non c'è mai stata una fase in cui si potesse pensare ad un cambio dell'inerzia della gara. 
Oltretutto i Panthers hanno sbagliato anche le piccole cose, facendo sì che i pochi punti di divario, che ci sono stati per quasi tutta la partita, risultassero irrecuperabili. Mi viene in mente il field goal sbagliato, oppure alcune ottime posizioni di partenza vanificate, o i fumble iniziali di Newton e Tolbert. Devo ammettere che non mi aspettavo una partita così perfetta della difesa di Denver. Non solo hanno surclassato gli avversari con la pass rush di Von Miller e Ware, ma anche le secondarie hanno sempre saputo tenere le coperture sulle tracce dei ricevitori di Carolina, impedendo a Newton di trovare velocemente un target libero.
Certamente Cam è il grande sconfitto della serata. Essere leader e sempre al centro dell'attenzione espone sì alla fama mondiale, ma anche, in caso di sconfitta, all'essere preso per l'unico colpevole di una disfatta che nasce soprattutto nelle lacune della linea offensiva. La OL di Carolina è stata incapace di proteggere il proprio QB, che non aveva mai la possibilità di lanciare senza pressione e spesso nemmeno la chance di correre personalmente.
Il coach Ron Rivera, fresco vincitore del titolo di allenatore dell'anno, non è sembrato tale ieri, in quanto avrebbe dovuto capire, ad un certo punto della gara, che senza un cambio nel game plan non sarebbe mai riuscito a riprendere il Super Bowl. Magari un trick play sarebbe servito per spezzare l'assedio difensivo, oppure trovare un modo per liberare il TE Olsen sempre coperto benissimo dagli avversari, o puntare tutto sulle corse di Newton che, forse, erano l'unica arma che la difesa dei Broncos ha avuto difficoltà a contenere.
La difesa di Carolina almeno ha tenuto in vita il match fin quasi alla fine, ma la prestazione dei difensori Panthers non è paragonabile a quella dei colleghi di Denver, visto che tenere testa ad un Manning già da pensione e ad un game plan, divenuto nel secondo tempo quasi esclusivamente di corse, non aveva certo un coefficiente di difficoltà elevato.
Peyton Manning, visibilmente logorato nel fisico, ha disputato il Super Bowl al di sotto della sufficienza, come del resto tutta la sua stagione regolare. Purtroppo non è colpa sua se il corpo alle soglie dei 40 anni lo ha abbandonato di schianto, passando, in due stagioni, dalla migliore alla peggiore stagione in termini statistici. Ovviamente, adesso, con la vittoria del Super Bowl non di risultati, perché se nel 2013 contro i Seahawks i Broncos, da favoriti, si erano dovuti inchinare dopo una stagione straordinaria, quest'anno, arrivati con prestazioni altalenanti al championship, hanno poi sfoggiato due prestazioni perfette che consegnano loro il terzo Super Bowl nella storia dei Broncos.
Come sarà ricordato Manning adesso che può vantare 2 Super Bowl vinti e per di più con 2 franchigie differenti? Cosa che nessun QB titolare può vantare. Senza dubbio i record, la sua capacità di dominare nella regular season e la sua longevità saranno un termine di paragone per gli anni a venire. Sulle sue qualità di vincente o sul suo carisma trasmesso al di fuori, ognuno manterrà la propria idea, che non cambia dopo un Super Bowl vinto grazie ad altri e non certo per meriti suoi. Comunque un Uomo, da rispettare per una carriera esemplare, capace e fortunato nel terminare all'apice del successo.
Veniamo adesso al MVP della serata, non solo Von Miller, ma tutta la difesa di Denver. I freddi numeri ci dicono 7 sack messi a segno, un TD difensivo, un intercetto e 4 fumble forzati. Sono numeri straordinari. Non troppo distanti però dai 5 sack, un intercetto e 2 fumble forzati di Carolina. Infatti è stata la pressione, le coperture sempre perfette, le chiusure nei momenti decisivi a fare la differenza e ad aver permesso di consegnare nelle mani di Manning un Super Bowl, mai in discussione.
Due parole anche sull' Head Coach di Denver, ovvero Gary Kubiak. Una figura storica per la franchigia di Denver per aver giocato, o meglio non giocato, all'ombra di Elway, e poi aver vinto 2 Super Bowl come coordinatore dell'attacco sempre con i Broncos guidati da Elway come QB. Adesso, alla sua prima stagione da capo allenatore a Denver, centra il successo con Elway General Manager. Una storia che si sarebbe potuta spezzare il 3 Novembre 2013 quando, allora allenatore degli Houston Texans, ebbe un infarto. La sua carriera fu a rischio e, dopo un 2014 di pausa, eccolo tornare e vincere con i Broncos. Vincere un Super Bowl con solo 12 first down conquistati, fa capire che il merito, nonostante la bella storia di vita, è più del suo assistente e coordinatore della difesa Wade Philips.
Per il 68enne Phillips è il primo Super Bowl vinto, nonostante una carriera lunga e piena di panchine importanti, non ultima quella di Dallas dove fu licenziato dopo 4 stagioni nel 2010. Sappiamo però che il presidente dei Cowboys ami più l'attacco spumeggiante che vincere le partite, ma questo è un altro discorso. Senza dubbio a Philips vanno i complimenti per aver trasformato, in una sola stagione, una difesa buona in una perfetta, capace di vincere un championship contro i Patriots e un Super Bowl contro i Panthers da sola. Complimenti Wade!
Chiudo elogiando i Broncos meritatamente vincitori, con l'unico rammarico per un Super Bowl che poteva essere ben più emozionante e non lo è stato. Lasciando un Cam Newton, non ridimensionato, ma magari più uomo in futuro, e dando l'addio al football giocato alla leggenda Peyton Manning, futuro Hall Of Famer.
 
Per concludere una nota sull'halftime show più brutto di sempre e per niente in stile con l'importante traguardo del Super Bowl 50.
Sarebbe bastato mettere Lady Gaga a fare l'halftime show oltre che a cantare l'inno americano, che ha fatto in modo sublime, e si sarebbe ricordato il SB 50 per un grande spettacolo dell'intervallo oltre che per la partita. Invece è incomprensibile come siano stati chiamati a suonare i Coldplay, ottimo gruppo certamente, però non capace di show come i più recenti The Black Eyes Peas, Madonna o Katy Perry.
Negativa anche la riproposizione, forse spinta dal presidente e amico Obama, per Beyoncé che a distanza di 3 anni torna sul palco senza contribuire ad aumentare lo spettacolo. Per non parlare della colorazione arcobaleno che ha parecchio stonato a mio avviso, con il nero e oro a cui si doveva fare riferimento per il Super Bowl 50, oltre ad essere un chiaro messaggio di cui francamente si poteva fare a meno.
 
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