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Intervista al Tifoso: Detroit Lions

In questa fantastica stagione dei Detroit Lions, che li ha portati a giocarsi domenica prossima la finale della NFC contro i 49ers, non potevo esimermi dall'intervistare Emanuele Bruni del Blog “I Soliti Lions”, che già lo scorso anno avevo contattato per parlarci della stagione 2022.

D - L’anno passato ti avevo intervistato per parlare della grande seconda parte di stagione dei Lions che, dopo un inizio disastroso, stava puntando inaspettatamente ai playoff. Quest'anno siete partiti con grandi aspettative, sono arrivati i playoff e anche la prima vittoria in postseason che mancava dal 1991. Adesso con una finale di NFC da disputare è il momento di guardarsi indietro.
In cosa è migliorata, a tuo avviso, Detroit rispetto alla seconda parte di stagione del 2022? Più consapevolezza dei propri mezzi? Maturità? Un roster migliore?

R - Un roster migliore, sicuramente con innesti al draft importanti (ci torniamo) e qualche free agent utile (grazie ancora ai Bears per David Montgomery). In più, un sacco di maturità acquisita la scorsa stagione ed un totale disprezzo dei pronostici e delle attese altrui. Ma l'arma segreta, secondo me, è una cosa che sembra sparita dalla NFL ma non solo: la pazienza. Un sacco di giocatori sono cresciuti a Detroit in questi tre anni, non solo arrivi esterni come Alex Anzalone e lo stesso Jared Goff, che tutti consideravano stopgap. Anche giocatori arrivati in questi anni che stavano venendo etichettati come bust. Prendiamo ad esempio Ifeatu Melifonwu, praticamente panchinato per i primi due anni e diventato risolutivo nell'ultimo mese di regular season e non solo, in una secondaria che cercava risposte. Altri front office l'avrebbero tagliato dopo il training camp del 2022, invece Holmes e Campbell hanno tenuto duro e ora ricevono i dividendi con gli interessi. Non ci credete? Guardate gli Highlight di domenica e cercate il numero 6. Oppure di domenica scorsa.

D - Questa stagione è iniziata con i pronostici che davano i Lions come candidati a raggiungere i playoff, ma già alle Wild Card in molti ritenevano favoriti i Rams, come se ancora non ci si fidasse o non si avesse la giusta considerazione di Detroit. Questo ti ha dato un po' fastidio? Come valuti la stagione e soprattutto i playoff fatti fino a qui dai Lions?

R - Ai dubbi ci siamo abituati. I Rams sono stati solo l'ultima di una serie di squadre "hot" che avrebbero dovuto castigarci e spegnere i sogni di gloria della banda di reietti non abbastanza in gamba messa insieme da Holmes e Campbell. Del resto, il rispetto e la fiducia vanno guadagnati a suon di vittorie. E i Lions hanno dimostrato di non essere lì per caso ma perché hanno mezzi e volontà per non disunirsi nemmeno sotto la pressione delle luci della ribalta. Anzi, più il palco è importante, più Goff e soci sembrano trovare energie inaspettate. Un esempio lampante è stata la partita contro i Buccaneers, con un touchdown fondamentale segnato grazie ad un quarto down con palla in mano ad un Running back che non aveva giocato in attacco da questo Ottobre, uno scamper assurdo di un TE di solito confinato a quei 10 snap da bloccatore e, infine, siglato dal primo intercetto NFL di un linebacker che gioca da ormai tre anni. Qualsiasi cosa succeda, per me la stagione è già stata una fantastica cavalcata e, con tante vittorie ai playoff in due settimane quanto Bears negli ultimi 17 anni, Vikings negli ultimi 14 e Packers negli ultimi 4, possiamo giocarci il tutto per tutto con zero pressione ma tanta, tantissima passione.

D - Ci sono molte voci che vedrebbero sia l'Offensive che il Defensive Coordinator di Detroit accostati ad altre franchigie nel ruolo di Head Coach.
Pensi che se ne andranno? In tal caso i Lions potranno continuare, anche nella prossima stagione, a restare una squadra da playoff anche se dovessero privarsi sia di Ben Johnson (OC) che di Aaron Glenn (DC)? Non c'è il timore di vedere ridimensionata la franchigia sia nel gioco che nei risultati come successo a Philadelphia che rispetto al 2022 ha dovuto fare a meno dei coordinatori che hanno reso possibile l'approdo al Super Bowl, poi perso contro Kansas City?

R - Credo che ci dobbiamo preparare ad un vita senza Aaron Glenn e senza Ben Johnson. Se poi uno dei due resta tanto meglio ma lo vedo molto improbabile (e credo che chi li prende farà un affare, onestamente). Ovviamente un coefficiente di rischio c'è ma Dan Campbell ha mostrato di saper costruire uno staff forte quando i Lions dovevano raschiare il fondo del barile per mettere in campo una squadra (e non dico una squadra decente), quindi non dovrebbe aver problemi a trovare qualcuno in grado di portare avanti la sua visione. Inoltre, l'eventuale (inevitabile) successione potrebbe avere già buoni candidati interni cresciuti a questo scopo. Penso a Kelvin Sheppard in difesa e Scottie Montgomery in attacco come primi nomi. In ogni caso, è un buon problema da avere rispetto a dover mettere insieme uno staff perché hai bruciato un altro allenatore e devi rifarti da capo, come troppo spesso è successo in Michigan.

D - Lo scorso anno dopo il Draft io, se ti ricordi, non ero convintissimo su alcune scelte fatte, come Jahmyr Gibbs e non Bijan Robinson oppure Sam LaPorta e non Michael Mayer, oppure aver atteso fino alla 96esima scelta per prendere un DT.
È chiaro che siano state ottime scelte, alla luce dei risultati di questa stagione. Dei Rookie chi ti ha maggiormente impressionato? A posteriori come valuti quanto fatto al Draft?

R - È stato sicuramente un draft inusuale perché fatto con in mente l'idea che ci fosse già un nostro core e, quindi, possiamo permetterci di provare a vincere oggi. In un certo senso, una scommessa. Però vinta in scioltezza da Brad Holmes e soci che hanno continuato a privilegiare il football character come bussola nelle scelte e a lavorare con i coach per portare i giocatori più adatti al progetto. Gibbs e LaPorta sono due esempi lampanti ed hanno entrambi contribuito in maniera fondamentale alla stagione. LaPorta (InTouchdown, come ho scritto spesso sulla chat dei tifosi) in particolare si è impadronito da rookie di un ruolo molto difficile viste le differenze col college. Il motivo? L'etica sua e dello staff. In difesa, Brian Branch ha iniziato a giocare ed è sembrato subito un veterano. Una cosa incredibile. Sinceramente, l'hit rate di Holmes in questi tre anni è stato così elevato che continuerò a criticare le sue scelte, perché prima o poi qualcosa la dovrà sbagliare pure lui no? (In realtà, ho dei dubbi al riguardo e va benissimo così.)

D - Parliamo della finale NFC contro i 49ers. Quali sono i punti forti su cui Detroit potrebbe fare leva per battere San Francisco e quali invece le lacune che ti fanno stare in apprensione per questa sfida?

R -I punti di forza dovrebbero essere le trincee. In attacco, anche se potrebbe pesare l'assenza di Jonah Jackson, per tenere Goff in piedi e aprire il gioco di corsa, specie con Montgomery in maniera da limitare i possessi avversari. In difesa, il pass rush di Hutchinson e soci dovrà fare gli straordinari per evitare troppi problemi ad una secondaria che ha molto cuore ma più di un limite, anche per gli infortuni subiti. Praticamente il nostro CB1 è Cam Sutton che è un buon CB2 mentre di rimpetto a lui gioca Kindle Vildor, recuperato dalla strada dopo due anni ai Bears ed un po' di tira e molla nelle varie Practice Squad. Se Brock Purdy avrà tempo per lanciare ai vari Bradon Ayuk, Deebo e agli altri ricevitori di San Francisco, potrebbe rapidamente spaccare la partita.

D - Una domanda a cui tengo molto. A tuo modo di vedere se i Lions attuali avessero Matthew Stafford come QB al posto di Jared Goff sarebbero in finale di conference, avrebbero fatto meglio o peggio? Ovviamente la Trade Goff-Stafford ha portato anche pick al draft, ma questo è un altro discorso.

R -Discorso complicato perché sono due modi molto diversi di interpretare la posizione. Stafford è un QB oggettivamente superiore a Goff per creatività, braccio e varietà di tiri. Goff, dalla sua, è un passatore naturale che può essere devastante nel giusto contesto. I Rams di Stafford (come i suoi Lions) lo hanno come motore del gioco, tutto gira intorno a lui e alle sue invenzioni. Goff è un ingranaggio fondamentale in una macchina più grande (il motore dei Lions di oggi è la linea di attacco) che è stata pensata per lui al centro. Onestamente, non credo che i ricevitori dei Lions di oggi sarebbero più efficaci con Stafford rispetto a Goff perché sono stati scelti accuratamente per lavorare con Goff. Certo, Stafford dietro quella linea e con quei running back più Kupp e Nacua... è sicuramente un esperimento mentale interessante.

D - Proviamo a guardare oltre, se tu dovessi scegliere contro chi giocare un ipotetico Super Bowl, preferiresti trovare i Baltimore Ravens o i Kansas City Chiefs?

R - Facendo finta di non essere scaramantico, risponderò. Il buonsenso direbbe Kansas City che è forse un pelo indietro rispetto agli anni scorsi ma io sinceramente preferirei esorcizzare il 38-6 di Ottobre ed il fantasma di Justin Tucker, quindi Ravens. Del resto, "in order to be the man, you need to beat the man" per dirla con Ric Flair. E, ad oggi, i Ravens sono stati i castigamatti della stagione NFL.

D - Chiudo domandandoti cosa si prova da tifoso dei Lions e quindi molto spesso costretto a subire stagioni negative ad essere ad un passo dal giocarsi il Super Bowl?

R - Tanta, tanta tranquillità ed un pizzico di incredulità. Oddio, proprio un pizzico non direi.

Chiudo ringraziando Emanuele Bruni per la disponibilità e la sua conoscenza sui Detroit Lions. Vi invito a leggere i suoi articoli sul sito I Soliti Lions

Grazie mille per l'opportunità di parlare di Lions in un altro contesto.


Intervista di Fabio “Bembo” Bertini - L’intercetto.it