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Intervista al Tifoso: New Orleans Saints

Sono qui a proporvi l’intervista ad Alex Di Tella, della pagina Instagram Saints Italia, per parlare della stagione 2023 e del futuro prossimo dei New Orleans Saints.

D - Partirei parlando della stagione 2023 dei Saints, come ti è sembrata? La consideri una stagione negativa, visto che non avete raggiunto i playoff o comunque un passo avanti rispetto al 2022?

R – La stagione 2023 può essere considerata, al pari delle precedenti due, fallimentare. Il record di 9-8, seppur migliore del precedente 7-10 nel 2022, porta con sé lo stesso risultato delle scorse 3 stagioni concluse allo scadere dell’ultimo quarto di Week 18. Un continuo vacillare nella mediocrità che porta questa squadra ad affidare le proprie speranze playoff a risultati esterni perché incapace di vincere anche avendo il secondo programma più semplice per la stagione 2023, difatti su 14 squadre incontrate solamente 5 ovvero Lions, Packers, Texans, Rams e, purtroppo, Buccaneers hanno avuto accesso alla fase successiva. Tutto questo relega i Saints ad accontentarsi sempre di un 2°-3° posto in una division a dir poco deprimente nel corso degli ultimi due anni, la quale non ha offerto neanche una squadra capace di aggiudicarsi il 1° posto con più di 9 vittorie (2022 – Bucs 8-9 / 2023 – Bucs 9-8). Non so dare una risposta certa riguardo al perché questa situazione vada ormai avanti da tre anni ma, dal mio punto di vista, sono molti i fattori che portano questa squadra a versare nelle condizioni in cui ora si trova, ad esempio il rifiuto da parte del front office di ricostruire un roster che, benché talentuoso, ha l’età media più alta dell’intera lega (27.4), ciò porterebbe anche a sfoltire la situazione salary cap, punto dolente di ogni offseason, evitando continue ristrutturazioni di contratti che posticipano il suddetto problema all’anno successivo, creando non poche restrizioni nel mercato dei FA. Potrei continuare ad elencare quelle che a mio parere sono altre valide motivazioni, come ad esempio la figura di Dennis Allen ed il coaching staff ma preferisco non dilungarmi qui.

D - Top e flop dei New Orleans Saints in questa stagione?

R – Cosa è andato bene:
- Pass defense: Quest’anno la secondaria ha svolto un buon lavoro nel corso delle settimane finendo al 10° posto nella media di yards concesse su passaggio (207,3) per un totale di 22 pass TD subiti e ben 18 intercetti con 8 di questi divisi tra Mathieu e Adebo. Quest’ultimo ha dato risalto alla sua terza stagione, causa anche l’assenza di Marshon Lattimore, forzando 19 incompleti e concedendo un passer rating di 69,9. Buoni gli approcci di Alontae Taylor, al suo secondo anno, e del sorprendente Isaac Yiadom, il quale è stato in grado di sopperire alle assenze di Adebo contro Packers e Buccaneers arrivando ad essere un giocatore di grande importanza in tutte le situazioni difensive. Da non dimenticare anche il buon apporto offerto dal rookie Jordan Howden subentrato come titolare durante il periodo di sospensione di Marcus Maye.

- Special teams: poteva non essere una delle cose migliori di questa stagione uno special teams coordinato da Darren Rizzi? Assolutamente no! L’ormai trentennale esperienza di Rizzi, coach dal 2019 per New Orleans, ha portato J.T. Gray e compagni ad essere uno dei migliori special teams del campionato (escludendo K e P, come vedremo tra poco), classificandosi nella TOP 3 (3° posto) in yards ritornate da punt avversari (392), nella TOP 3 (2° posto) in yards concesse agli avversari dopo un punt (163) e all’ 8° posto per yards concesse agli avversari dopo il kickoff (225). Rashid Shaheed (WR/KR) si è guadagnato la convocazione al Pro Bowl in qualità di kick returner proprio grazie al lavoro svolto sotto coach Rizzi. Nel suo secondo anno tra i professionisti si è classificato terzo sia nella media di yards ritornate dopo un punt (13,6) che in yards totali ritornate dopo un punt (339), aggiungendo a ciò un touchdown e una media di 21,3 yards nei ritorni su kickoff. L’analista della NFL Rick Gosselin ha posizionato lo special teams di New Orleans al secondo posto grazie alle sue performance, dietro solo agli Houston Texans.

Cosa è andato male:
- Run game: Questa è una delle note più dolenti della stagione... il gioco di corse è stato pressoché inesistente, privo di sorprese, con schemi prevedibilissimi e tanto tanto noioso! Una moltitudine di fattori ha condizionato l’inefficienza di questo sistema, la linea offensiva non è stata in grado di effettuare in modo corretto i blocchi richiesti dai vari schemi, dovendo rinunciare talvolta all’ottimo tackle Ryan Ramczyk e non potendo contare su Trevor Penning, spedito in panchina più volte a causa delle sue prestazioni. A ciò si aggiunge anche la mancanza di un playmaker in grado di tirare fuori delle buone azioni quando se ne presentasse occasione.
Nessun RB è riuscito a posizionarsi tra i primi 32 classificati per yards su corsa, con Alvin Kamara a guidare il gruppo con 694 misere yards. Dietro di lui troviamo il buon Taysom Hill con 401 yards e Jamaal Williams con 306. Si arriva così ad un totale di 1742 yards su corsa che ci inchioda al 20° posto di questa classifica. Un dato ancor più scoraggiante è quello fornito dalla media di yards raccolte per ogni tentativo di corsa, un raccapricciante 3.6 che vale il penultimo posto davanti ai Bucs.

- Run defense: Front seven e secondaria non hanno camminato di pari passo come ogni anno ci si augura, ciò ha portato a collezionare dei risultati di cui chiunque farebbe a meno. Se sopra ho elogiato gli sforzi messi in atto dai giovani Adebo e Taylor capirete bene che questo disequilibrio è creato proprio dal primo reparto menzionato, ovvero il front seven. Nel corso della stagione il reparto difensivo si è dimostrato impotente di fronte al gioco di corse avversario, faticando ad arginarlo e, come se non bastasse, privo di abilità tali da poter mettere sotto pressione il QB di turno. Tutto ciò ha pesantemente condizionato un percorso terminato con il quart’ultimo posto in sack realizzati (34 a pari merito con i Giants) e al ventiduesimo sia per media di yards su corsa concesse a partita, ben 119.9, che per yards totali concesse, 2038.

- Special teams: Ritorniamo nuovamente ad occuparci di loro e nello specifico di due rookie che hanno profondamente condizionato la stagione, ovvero il Kicker Blake Grupe e il Punter Lou Hedley.
Il primo, proveniente da Notre Dame, ha calciato ben 37 FG (6° posto per n. di tentativi) centrando i pali in 30 occasioni. Ciò gli consente di avere una percentuale di realizzazione pari all’ 81,1% che, come potrete immaginare, lo porta a posizionarsi tra gli ultimi 10 kicker al pari di Brandon McManus (K dei Jaguars).
Dei 7 FG sbagliati, 2 sono tra le 40-49 yds, 3 da più di 50 yds e gli ultimi 2 purtroppo tra le 20-29 yds, divenendo difatti il kicker peggiore in questo range di distanza (solo altri due K hanno sbagliato da questa posizione ma solamente 1 volta su 2 tentativi). Preciso invece sugli XP nel quale su 40 tentativi colleziona un bel 100%, esattamente come Harrison Butker (K dei Chiefs).
Passiamo ora al secondo rookie della lista proveniente da Miami, Lou Hedley, che nel corso della stagione non ha ben figurato nel suo ruolo di punter. Si posiziona infatti sia all’ultimo posto nella classifica per il punt più lungo, solamente 62 yds, sia per la media di yards guadagnate, ovvero 43 yds. Quest’ultimo può essere considerato uno dei dati più importanti che un punter possa registrare. Con esattamente lo stesso numero di punts calciati (75) da Hedley, il punter di Las Vegas, AJ Cole, ha registrato un’ottima media di 50,4 yds che lo portano ad essere uno dei migliori della scorsa stagione. Hedley registra comunque un buon risultato riguardo ai punts calciati all’interno delle 20 yards, il 41,3% su 75, posizionandosi così all’ottavo posto riguardo questa statistica.

D - Come giudichi la stagione del Coaching Staff dei Saints e l’arrivo del nuovo Offensive Coordinator Klint Kubiak?
Klint Kubiak ha una sola stagione come OC, nel 2021 nei Vikings. Per il resto ha ricoperto principalmente il ruolo di passing game coordinator (49ers e Broncos), di QB Coach e in passato WR Coach. Non pensi sia un Coordinatore troppo orientato al passing game, visto che comunque avete avuto problemi anche con il gioco di corse?

R – La prestazione del coaching staff rispecchia esattamente i risultati ottenuti dalla squadra nel corso di questa stagione e non possiamo dunque esser contenti di ciò.
Dennis Allen, ormai al suo terzo anno da Head coach per New Orleans, si è dimostrato ancora una volta incapace di gestire al meglio la squadra, trasmettendo insicurezza e scappando dalle sue responsabilità nel corso di tutta la stagione. In un recente sondaggio anonimo condotto dalla NFLPA, Allen ha ricevuto dai suoi giocatori una valutazione (B-) che lo classifica al 29° posto tra tutti i 32 allenatori NFL, davanti solo ad HC che sono stati licenziati a fine stagione. Gli aspetti maggiormente criticati sono stati la sua abilità di gestione del tempo e la volontà di ascoltare i propri giocatori.
L’ormai ex OC Pete Carmichael è stato, assieme ad Allen, l’allenatore maggiormente responsabile della scarsa produttività offensiva. Per gran parte della stagione le problematiche legate al gioco offensivo hanno condizionato pesantemente l’andamento del campionato, portando i Saints ad un record di 5-7 nelle prime 12 partite. Su 8 sconfitte stagionali, 7 sono arrivate con una differenza pari o inferiore a 10 punti. Assieme ai due sopra citati anche Doug Marrone, ex offensive line coach, è stato visto come un responsabile della pessima stagione trascorsa a causa della vistosa regressione fatta dalla linea offensiva. Sul piano difensivo, sotto la guida del nuovo DC Joe Woods, il reparto di New Orleans è rimasto fuori dalla top 10 per la prima volta dal 2019, ciò è dovuto soprattutto alle brutte prestazioni riguardanti il running game.
In vista della nuova stagione sono stati apportati molti cambi al coaching staff, licenziando il personale non ritenuto adatto e sostituendo quello che ha deciso di intraprendere nuove avventure all’infuori di New Orleans. Tra i nuovi arrivati troviamo: John Benton (OL coach), Derrick Foster (RB coach), Andrew Janocko (QB coach), Keith Williams (WR coach) e l’Offensive Coordinator Klint Kubiak.
L’arrivo di Kubiak porta con sé pareri contrastanti e dubbi ancor più grandi. Nel corso dei suoi 10 anni di servizio nella lega ha ricoperto quasi sempre il ruolo di assistant coach per QB e WR, ricevendo inoltre incarichi come passing game coordinator. La sua unica stagione come OC risale al 2021, nel quale portò i Vikings a posizionarsi al 13° posto in yards complessive e al 14° per punti segnati, non proprio delle statistiche ideali per una squadra che punti ad arrivare in alto ma bisogna ricordare che da allora sono passati due anni, trascorsi tra Denver e San Francisco, nei quali ha avuto modo di migliorare le sue abilità anche grazie al grande genio di Kyle Shanahan. Nel corso delle sue esperienze è riuscito a far esprime a grandi livelli QB come Kirk Cousin, il quale ha lanciato per più di 4000 yards per due stagioni consecutive collezionando ben 68 TDs totali, Russel Wilson con 3524 yards e 16 TDs nel 2022 e Brock Purdy con 4280 yards, 21 TDs e soli 11 INT nella stagione appena trascorsa.
La sua grande abilità sugli schemi di passaggio potrebbe far comunque sorgere dei dubbi riguardo la fase di corsa, sulla quale effettivamente non abbiamo modo di poter ottenere un giudizio veritiero. Sicuramente esser stato nello staff di questi 49ers gli avrà fornito i giusti spunti anche per interfacciarsi con i giochi di corse ma l’approccio di John Benton e Derrick Foster saranno fondamentali per la crescita di Kubiak e della squadra.

D - Come valuti la stagione fatta da Derek Carr a New Orleans?

R- Credo che il suo arrivo a New Orleans abbia generato delle aspettative alquanto elevate e irrealistiche, venendo definito come il pezzo mancante di una squadra solida e talentuosa alla quale mancava solamente un uomo, in questo caso un QB, in grado di prendere in mano le redini lasciate da Brees ormai tre anni fa.
Purtroppo però, almeno per questa passata stagione, non è stato così. Per metà stagione l’offense non è riuscita a produrre alcun touchdown una volta entrata nei pressi della red zone e, fino a Week 16, il primo possesso di ogni partita è terminato o con 3 punti o con nulla di fatto. Ovviamente ciò non è imputabile solo alle sue prestazioni, il football è uno sport di squadra e quando ti ritrovi con una OL piena di problematiche come la nostra non è per nulla semplice riuscire a leggere in modo ottimale lo svolgersi dell’azione senza ritrovarsi a terra ad un secondo dallo snap. Altri aspetti che si vanno ad aggiungere a questo sono la sterilità nel gioco di corse e il mancato utilizzo di play action, il quale hanno indotto Carr e i Saints ad essere ripetitivi, noiosi e prevedibili ad ogni drive.
A seguito dei numerosi fischi piovuti all’interno del Superdome nel corso della stagione, le ultime quattro partite hanno messo in luce una squadra diversa, con un Carr brillante e molto più a suo agio. È riuscito difatti a completare 114 passaggi su 154 (74%) per un totale di 1.117 yard condite da 14 touchdown e solo 2 intercetti, collezionando un passer rating di 118,9. Possiamo definire dunque questa sua prima stagione un successo o un fallimento? Credo che la verità si trovi nel mezzo. Tutti noi abbiamo delle opinioni contrastanti riguardo Derek Carr ma a mio avviso credo che possa essere posizionato, proprio come questa sua ultima stagione, più o meno a metà classifica tra gli starter QB di ogni franchigia NFL. Non è stato e non sarà mai un franchise quarterback ma di certo non può esser paragonato ad altri mediocri QB in circolazione.

D - In ottica Draft e Free Agency, quali ruoli credi che il GM Mickey Loomis dovrebbe cercare di migliorare?

R - Le priorità assolute riguardano i giocatori di linea su ambo i fronti. C’è bisogno di rinnovare profondamente la OL, cercando 2 OT che possano fornire supporto sin da subito. La situazione del LT è sicuramente la più urgente, difatti dopo la partenza di Armstead da ormai due stagioni, neanche l’ex 2ª scelta del 1º round 2022 Trevor Penning è riuscito a colmare questa immensa assenza. Dal lato destro invece l’ottimo Ryan Ramczyk è purtroppo alle prese con vari problemi che gli hanno comunque permesso di essere in campo in 12 occasioni. Nel corso della precedente stagione abbiamo dunque assistito a vari turnover in entrambe le posizioni arrivando perfino ad utilizzare la guardia Andrus Peat nella posizione di LT. Il ruolo di LG lasciato libero da quest’ultimo è stato ricoperto da James Hurst, vero anello debole di tutta la linea. Se non sarà previsto il ritorno di Peat a LG, che ha comunque giocato molto meglio da LT, bisognerà trovare un giocatore che possa sin da subito essere un buon titolare.
Dal lato opposto la situazione è tutt’altro che rosea, con un pass rush in grado di portare la difesa di New Orleans solamente al 28° posto per sacks effettuati (34, solamente 4 in più dal penultimo posto) e una difesa sulle corse in grave difficoltà nel contenere gli avversari, concedendo ben 2038 yards nel corso della stagione. Cam Jordan ha affrontato la sua peggior stagione ma rimane ancora un giocatore decisivo ed abile nel contenere le corse anche se non ha più un grande impatto in situazioni decisive come su 3° e 4° down. Assieme a Cam troviamo Carl Granderson, leader di sacks (8.5) nella stagione, Tanoh Kpassagnon, Payton Turner e Isaiah Foskey, entrambi inconsistenti ed inesistenti nel gioco difensivo. Anche la situazione all’interno della linea non è risultata essere migliore con l’ingaggio dei due veterani Khalen Saunders e Nathan Shepherd. Importante invece l’impatto di Bryan Bresee che, anche avendo ancora molto da imparare, è riuscito a mettere in luce il suo gran potenziale.
Al momento se fossi in Loomis cercherei dunque di assicurarmi 1 OT, 1 G/OT, 1 DT e 1 DE ma con la FA non ancora iniziata e la numerosa mole di giocatori che potrebbe andar via da New Orleans è difficile pronosticare quello che realmente accadrà.

D - Dal precedente Draft solo il DT Bryan Bresee e il DB Jordan Howden hanno ben impressionato, per il resto molte delusioni. Quali sono i tuoi giudizi sui Rookie di questa stagione?

R - A questi due aggiungerei senza ombra di dubbio il WR A.T. Perry il quale, dopo alcune iniziali incomprensioni con il QB Derek Carr, ha iniziato a seguire bene le tracce creando buone opzioni di passaggio per la squadra. In 10 partite disputate ha accumulato 12 ricezioni per un totale di 246 yards e 4 touchdown, 1 in meno rispetto ad Olave e Shaheed (5 TD). Sfortunato invece il RB Kendre Miller che è riuscito a prendere parte a sole 8 partite a causa di continui infortuni al ginocchio e alla caviglia, credo possa comunque rifarsi nella prossima stagione.
Il QB Jake Haener è stato invece utilizzato come QB d’emergenza, giocando solo in preseason e rimanendo sempre inattivo nel corso della stagione, cosa ne sarà di lui? Non ne ho la minima idea, potrebbe fare la fine di Ian Book, scelto sempre al 4° round e rilasciato la stagione successiva oppure prendere il posto di QB2 se Winston dovesse andar via o, ancora, essere il QB d’emergenza come visto nel corso di quest’anno. Non possiamo dunque valutare le sue capacita ma al momento, viste le gravi carenze avute sulla OL e DL, rimane una pick sprecata.
Vera delusione rimangono le altre due scelte, il DE Isaiah Foskey e OL Nick Saldiveri. Foskey, selezionato al secondo giro, ha collezionato solo mezzo sack e cinque tackle in 5 presenze come DE, non convincendo praticamente mai, d’altronde negli ultimi anni la fortuna di New Orleans con i DE è ben nota. Mossa sbagliata dunque considerando che un buon giocatore come Byron Young, 8 sacks a guida di tutti i rookie, fosse ancora disponibile prima di essere scelto dai Rams nel terzo round.
Identica situazione quella di Nick Saldiveri che ha giocato qualche snap con lo special team e niente più. Selezionato al 4° round, si è dovuta scalare qualche posizione per prenderlo ma non sembra possa essere titolare neanche in una OL disastrata come la nostra.

D - Quali sono stati i tuoi giocatori preferiti, di sempre, nei New Orleans Saints o comunque della NFL?

R - Essendo poco più che un ventenne e non avendo assaporato le grandi giocate di tantissimi campioni del passato, è per me difficile stilare una classifica del genere perché per mia fortuna gran parte di questi è ancora in attività. Tra quelli che invece ho avuto l’opportunità di guardare, anche se per poco, e che hanno recentemente appeso il casco al chiodo posso senza dubbio citare: Brees, Brady, Gronkowski e J.J. Watt. Ho molti giocatori preferiti tra quelli in attività, due su tutti sono Christian McCaffrey e Demario Davis.

D - Per concludere una domanda quasi scontata da fare a qualsiasi appassionato di Football. Come ti sei avvicinato a questo sport e perché hai iniziato a tifare proprio i Saints?

R - Il mio approccio al football può essere definito relativamente giovane. Conoscevo l’esistenza di questo sport già verso l’età di otto anni grazie ad un DVD che mi regalò mio padre, “Ace Ventura - L’acchiappanimali”, nel quale il protagonista, Jim Carrey, era alla ricerca di Fiocco di Neve, il delfino- mascotte dei Miami Dolphins scomparso qualche settimana prima del Super Bowl.
In quel film era presente anche l’allora QB di Miami, l’immenso Dan Marino. Non avendo nessuno che potesse illustrarmi questo sport, la prima visione di questo film terminò con un nulla di fatto.
Un po’ di anni dopo, nel 2019 per la precisione, rividi questa pellicola e con telefono alla mano iniziai a fare ricerche su chi fossero i Miami Dolphins e Dan Marino. Iniziai così a seguire sporadicamente Miami e le altre squadre durante la stagione 2019, controllando i risultati tramite il portale della NFL e, grazie alla trasmissione in chiaro qui in Italia, vedere la mia prima partita, il Super Bowl LIV tra KC e SF.
Nel corso della stagione successiva, dopo aver seguito attentamente l’offseason e imparato i fondamenti del gioco, cominciai a guardare ogni partita fin quando, per motivi legati ai giocatori, ai colori e alle città dove le franchigie risiedevano, arrivai a dover decidere quale di queste sarebbe divenuta la “mia” squadra. Dopo un po’ di tempo, grazie ad un trio (purtroppo in fase discendente) che mi lasciò stupefatto, ovvero Drew Brees, Alvin Kamara e Michael Thomas scelsi di vestire anch’io il black & gold,.
Da lì è cominciata la mia grande passione verso questa squadra e la sua meravigliosa città. Ovviamente seguo comunque ogni partita della NFL, indifferentemente dal giorno e dall’orario. La domenica, quando le sovrapposizioni tra New Orleans e le altre partite sono abituali, pur di non perdere una sola azione preparo la mia postazione utilizzando un doppio schermo per seguire i Saints e RedZone con l’immenso Scott Hanson!

Ringrazio chiunque sia arrivato fin qui invitandolo a seguire la pagina IG saintsitalia per condividere con me e con la nostra meravigliosa community, al quale esprimo tutta la mia riconoscenza, ogni notizia sui Saints.
Inoltre vorrei ringraziare Fabio per avermi dato la possibilità di esprimere il mio parere riguardo la stagione appena trascorsa e ciò che il futuro avrà in serbo per New Orleans.

Chiudo, complimentandomi con Alex per la bella intervista rilasciata e augurando ai “suoi” Saints un 2024 migliore, con il raggiungimento almeno dei playoff.

Fabio “Bembo” Bertini - L’intercetto.it