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College Football: Realignment e Playoff a 12, perché non è un bene…

La stagione 2024 di College Football segnerà una svolta epocale. Il Realignment di molte Università, che andranno a rafforzare Big Ten e SEC e la scomparsa, in pratica, della Pac-12 segneranno la fine delle Power Five Conference.
Un nuovo assetto delle Conference che tende sempre più a raggruppare i migliori College, lasciando agli altri un ruolo marginale e andando a perdere un po’ del fascino che contraddistingue il College Football.
Prima di entrare nello specifico del riallineamento delle conference e ciò che determinerà, l’altro punto di svolta sarà l’introduzione dei Playoff a 12. Sulla carta ci regalerà una post season in stile NFL, ma toglierà interesse alla stagione regolare e vi dirò il perché.

Il Realignment:
In ACC si passerà da 14 a 17 College con l’ingresso di Cal, Stanford e SMU. Le prime 2 dalla Pac-12 e SMU dalla AAC.
In Big Ten si passerà da 14 a 18 con l’aggiunta di Oregon, UCLA, USC e Washington. Tutte provenienti dalla Pac-12.
La Big 12 acquisisce Arizona, Arizona State, Colorado e Utah dalla Pac-12, ma perde le principali Università come Texas ed Oklahoma.
La SEC, già la conference più forte e prestigiosa, si arricchirà di altre 2 powerhouse come Texas ed Oklahoma.
Come detto la Pac-12 andrà a scomparire, anche se ufficialmente resterà in vita con le sole 2 rimaste Oregon State e Washington State che per questa stagione si andranno ad affiliare alla Mountain West per la schedule.
Una Pac-12 che giusto lo scorso anno è risultata essere una delle migliori Conference della Nazione con Oregon e Washington (non State) che hanno chiuso la stagione rispettivamente numero 8 e 2 della classifica CFP. Con gli Huskies battuti solo nel National Championship da Michigan. Una Pac-12 che comprendeva oltre alle già citate, anche Università prestigiose come Cal, Stanford, Utah, UCLA e USC.

Tutto questo cosa comporta?
Comporta che finisce l’era della divisione delle Università di FBS in Power Five (ACC, Big Ten, Big 12, SEC e Pac-12).
Perché dopo questo realignment la SEC e Big Ten saranno molto superiori alla ACC e Big 12, oltre alla scomparsa della Pac-12.
Inutile parlare di Power Four, perché è assolutamente impari il confronto tra la nuova Big 12 rispetto a Big Ten e SEC. Con la ACC che per adesso è riuscita a mantenere le sue Università principali, ma l’idea è che sarà questione di tempo prima che Big Ten e SEC vadano a saccheggiare le Conference rimaste.
Tutto ciò accentra i migliori programmi di Football e fa perdere ogni significato geografico alle Conference e quindi anche le storiche rivalità.
Il tutto è frutto degli interessi delle TV, che come maggiori finanziatori delle casse delle Conference vogliono pagare per proporre al pubblico sempre match di cartello. Questo però finirà per rendere il tutto la normalità, e sfide dal sapore storico e sportivo perderanno di valore assoluto.
Il bello del College Football è sempre stato veder affrontarsi anche piccole Università contro realtà ben più grandi e in alcuni casi avere l’upset (il risultato a sorpresa) che vale l’entrata nella leggenda del proprio College e magari l’essere ricordati per i decenni a venire.
A mio parere la NCAA doveva bloccare tutte queste ricollocazioni e cercare di mantenere un equilibrio tra le Conference e rispettare le posizioni geografiche per eventuali spostamenti.
Tutto ciò non è stato fatto con la NCAA che sembra essere sempre meno al comando del College Football e dopo Transfer Portal, NIL, Realignment e Playoff a 12 sta per essere soppiantata dal dio denaro che vuole sempre più atleti semi professionisti e strutture da NFL perdendo quel briciolo di magia che solo il College Football sa regalare.

Playoff a 12:
In molti vedono l’allargamento dei playoff come una cosa ormai necessaria e una conseguenza dei fatti che da prima portarono al BCS e poi al CFP a 4 squadre. L’idea è di avere un accesso ai playoff con meno polemiche sulle scelte del Comitato e al contempo una postseason più avvincente in stile NFL.
Concettualmente può essere tutto vero, anche se le polemiche tra chi entrerà nei 12 e chi resterà fuori non sarà minore, forse solo il prestigio delle Università escluse sarà più basso e quindi meno importante il dibattito a livello mediatico.
12 College ai playoff a mio avviso sono troppi, 6 sarebbe stato un numero più che sufficiente e che avrebbe aggiunto un turno in più con la numero 3 contro la 6 e la n. 4 contro la 5, da cui poi far andare le vincenti a scontrarsi contro la numero 1 e 2 della Nazione per una sorta di semifinale fino a giungere al National Championship. Sei Università scelte in base all’ordine del CFP e magari con una commissione fatta più da uomini di campo. Unica eccezione sarebbe che un posto può diventare disponibile per un College del Group of Five in caso di perfect season.

I Playoff a 12 avranno anche un altro inconveniente, quello che per me è più grave, ovvero che la stagione regolare perderà di importanza. Finora ogni College sapeva che anche solo una sconfitta poteva pregiudicare l’accesso ai playoff e questo rendeva ogni sfida una sorta di bowl da dentro o fuori. Adesso anche con 2 sconfitte o addirittura 3 si potrà ancora avere speranze di raggiungere il National Championship.
Certo si può controbattere con il fatto che la Bowl season ormai ha perso di interesse con la maggior parte degli atleti che non vi prendono parte, ma questo è un problema a cui il Transfer Portal, che apre appena si chiude la stagione, non ha aiutato. In più forse si poteva cercare di rendere più appetibile per i giocatori partecipare ai Bowl, magari con contratti con gli sponsor dei Bowl stessi visto che, con l’introduzione della NIL, anche l’ultimo tabù è stato abbattuto.

Insomma si poteva fare di meglio per preservare la tradizione del College Football, per rendere ancora epiche le sfide stagionali e ravvivare la Bowl season, ma la direzione è sempre più di andare a copiare il “sistema” NFL e perdere così ciò che di più bello sapeva offrire il College Football ovvero atmosfera, rivalità e tradizione.

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Fabio “Bembo” Bertini - L’intercetto.it